Ettore Negri con la sua Swift J conquista il primo posto fra le vele bianche nella sesta giornata dell’invernale di Capitana
Nato a Verona, sardo di adozione – Ettore Negri ci racconta il suo amore per la vela ed i sogni “da velista”, con modi gentili e un sorriso sincero…
Swift J al primo posto fra le vele bianche nella 6^ giornata dell’invernale di Capitana, le tue impressioni della regata?
Ettore: “Beh ci siamo divertiti veramente tanto e abbiamo passato una bellissima domenica insieme. C’era davvero poco vento, quindi la regata è stata incerta fin dalla partenza. A noi è andata bene perché l’equipaggio è stato fenomenale, sono stati bravissimi e tutte le virate sono venute molto bene. Il mio equipaggio dice che “mi alimentano a vino”…ma in realtà sono loro che aprono una bottiglia ad ogni boa, non so, forse il segreto è proprio quello! Scherzi a parte, per me anche le regate sono prima di tutto un momento di puro divertimento che ovviamente si unisce allo sport (perché a nessuno piace perdere), ma lo scopo principale deve essere quello di stare bene e divertirsi. Noi abbiamo puntato su quello e siamo stati ricompensati bene! Comunque è solo una giornata, festeggerà bene chi vincerà il campionato ad aprile…”
Raccontaci del velista che c’è in te e della tua barca!
Ettore: “Sono sempre stato attratto dall’acqua ed ho iniziato ad andare in barca da bambino sul lago di Garda: prima sull’optimist, poi il laser, il J24… ho capito subito che questa fosse la mia passione.
La prima barca acquistata è stata un meteor, Rimmel, l’avevamo portata via mare dall’isola d’Elba a La Spezia, pagata 550 mila lire…. una barca troppo carina, però era scassatissima, aveva lo scafo nero e poi l’ho fatto blu….e stata una barca mitica… l’abbiamo tenuta 8 anni, abbiamo fatto di tutto: regate, campionati invernali e ne abbiamo anche vinto uno di classe. Poi ho preso in società un Dufour classic 41, poi un Delta 120… e poi, dal 2016, Swift J. In barca ho passato tantissimi momenti meravigliosi, sia in compagnia di altri che in solitario. Da solo ti godi tutto quello che hai intorno, poi posso ascoltare musica a manetta…”
Cosa vorresti AVAS facesse per te?
Ettore: “Mi piacerebbe si potesse aprire una scuola di vela per giovani, magari comprare due o tre optimist proprio per i giovanissimi. E poi, perchè no, zeppole calde tutti i venerdì?”
Quale famoso personaggio del passato porteresti con te in barca?
Ettore: “ Porterei Mauro Pelaschier, timoniere di Azzurra, lo skipper ai tempi era Cino Ricci. E’ stato uno dei grandissimi della vela italiana e mi ha insegnato a regolare le vele. Viveva vicino a casa mia e un giorno sono andato da lui, ho suonato e gli ho detto: io ti pago e tu mi insegni a regolare le vele? Lui, da buon velista, è uscito subito e siamo andati a far due giri sul lago, sul mio meteor … e mi ha insegnato a regolare le vele. Vedi, secondo me i triestini sono dei marinai a parte, è difficile capirlo, per me loro sono i veri marinai, gente che sa cosa è il mare cosa è il vento. Non fraintendere, di bravi velisti è pieno il mondo….però se guardiamo luna rossa… molti dell’equipaggio vengono da quella zona quindi un fondo di verità ci sarà pure… “
Salutiamoci con un tuo sogno?
Ettore: “…per quanto riguarda la vela, sogno di poter fare una scuola per bambini disabili, perché secondo me la loro vita vale doppio e sarebbe bello educarli alla vela, facendogli capire che la vela non è uno sport per ricchi o una passione per benestanti. Dobbiamo lasciare questo mondo a loro, non basta divertirci tra di noi, dobbiamo insegnare ai piccoli che la vela è un modo di vivere…che deve poter arrivare a tutti, coinvolgere tutti, regalare emozioni a tutti”
Grance Ettore!!!!